La cattedrale di S. Prisco a Nocera Inferiore

Nel 2019 il CTG Comitato Provinciale Salerno ha iniziato una ricognizione del territorio dell’Agro Nocerino-sarnese aderendo ad un Bando interno del CTG Nazionale nell’ambito del quale sono stati formati nuovi Animatori Culturali Ambientali del Centro Turistico Giovanile. In questa azione di formazione, che ha coinvolto alcuni Partner locali, un contributo notevole ci è stato fornito da due soci storici del CTG, Aida Palmieri e Oreste Fortunato, ACA CTG e rispettivamente Presidente e Vicepresidente del CTG A.G.A.Pe Aps di Bracigliano (SA). Tutto quanto documentato nelle azioni riferite al Bando è stato contestualizzato in una specifica pubblicazione da utilizzare per la formazione dei nuovi ACA, ma il Gruppo CTG NOUKRIA continuerà, tramite il Presidente Raffaele Alfano, a impegnarsi per la valorizzazione dell’Area Nocerino-sarnese.

La Cattedrale di San Prisco
Il focus che vorremmo sottoporre alla vostra attenzione è sulla Cattedrale di San Prisco di  Nocera Inferiore in provincia di Salerno, con i giardini e il viale. Le foto nel corso della visita dei luoghi sono state effettuate dal socio A.G.A.Pe Armando Manzolini. La struttura fu edificata intorno al 955, sulla preesistente chiesa di San Filippo in macerie del IV sec., nei pressi di una delle necropoli dell’antica città di Nuceria Alfaterna.  L’abbazia doveva rispondere alle regole dell’ordine benedettino, ma non risulta far parte né della Congregazione di Cassino né di quella di Montevergine. Nel corso del XIII secolo la chiesa cominciò a crescere ma il monastero fu soppresso, probabilmente a causa dell’esiguo numero di monaci. L’attuale cattedrale risale agli inizi del Seicento e fu riedificata ricalcando il progetto del duomo di Siena, a tre navate. Danneggiata dai due eventi sismici del 1688 e del 1694, l’ultimo dei quali “fu così violento che buttò giù la cima del campanile con gli ultimi due piani“, fu sostenuta con l’ausilio di catene e nuova muratura per recuperare l’uso delle campane. Ma tre anni dopo, l’inclinarsi del campanile, costrinse il vescovo ad intervenire sulla facciata della cattedrale. A causa dell’estesa fatiscenza della fabbrica quattrocentesca, il vescovo Niccolò de Dominicis decise di riedificarla nel sito attuale. L’opera costituisce una delle rare realizzazioni architettoniche di Francesco Solimena, che vi impresse il segno tangibile delle sue doti di progettista. Nel 1838 fu dedicata a San Marco Evangelista. In occasione dei lavori di restauro della chiesa, il vescovo Lunadoro racconta che la cattedrale abbia ospitato le spoglie del profeta Giona. Secondo una leggenda locale, tali spoglie sarebbero state trasportate in città da Ugo de’ Pagani nel 1105 al ritorno dalla prima crociata, ma si tratterebbe di San Giona, monaco eremita palestinese. Teodorico di Niem ricorda, invece, la presenza in chiesa delle spoglie del profeta Abacuc.