Il responsabile della comunicazione e la comunicazione responsabile

Attività nell’ambito della Formazione 2020 degli Animatori Culturali Ambientali del Centro Turistico Giovanile. “Gli ACA CTG e le strategie di qualificazione del territorio”- Comuni e Cittadini in interazione per rendere la crescita occasione di sviluppo nel gl(o)cale”.  Metodologie: Attività laboratoriali – Imparare facendo.

 

Buongiorno a tutti voi.

Sono Maria De Vita, socia da alcuni anni del CTG PICENTIA di Salerno.

Oggi vi parlerò della responsabilità nell’ambito della comunicazione istituzionale. Ritengo di grande importanza affrontare questo tema perché riveste un alto valore etico già nelle imprese di carattere profit che mirano alla comunicazione efficace della valenza dei loro prodotti e tuttavia devono tener conto dei rischi dovuti ad una comunicazione contrastante con le reali potenzialità aziendali. Ancor di più quando si assumono ruoli di comunicazione nelle istituzioni e in modo particolare nel Terzo settore il responsabile della comunicazione riveste un ruolo di altissima responsabilità.

Dunque, nella scelta della persona che dovrà ricoprire questo ruolo in una associazione o in una istituzione bisognerà che si scelga una risorsa umana che, oltre ad avere capacità tecniche di comunicazione, sia interna che esterna, sia in grado di dar corso ad una “comunicazione responsabile”.

Nella nostra attività laboratoriale analizzeremo insieme un articolo pubblicato qualche tempo fa dall’amico Prof. Aldo Lardone. Sarà molto utile per le linee generali che ci indica e che applica nel suo ruolo di Responsabile della comunicazione in organizzazioni di tipo ecclesiastico.

Un excursus sulla Comunicazione

Ri-connettiamoci e riconosciamoci!

Ritorniamo dopo una breve interruzione ad utilizzare il nostro BLOG per socializzare all’interno e all’esterno dei nostri Gruppi del Centro Turistico Giovanile della Provincia di Salerno!

Dopo la prima fase dell’emergenza sanitaria che ci ha costretto a rimanere isolati nelle nostre abitazioni e tuttavia ci ha consentito di comunicare collaborando VIRTUALMENTE in AGORA’ CTG, nel mese di giugno si è svolta una fitta attività in presenza presso il Parco Archeologico di Pontecagnano, gestito da Legambiente e nel quale ci è stato possibile incontrarci nel rispetto delle norme anti-covid.

Si è potuto così avviare un Corso di formazione che ha coinvolto una decina di tesserati del Gruppo CTG NUN…OZIA di Pontecagnano e alcuni soci di altri Gruppi locali di Salerno che si sono incontrati il lunedì e il giovedì pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00, oltre a partecipare ad altre occasioni di incontro offerte dal territorio e dai nostri partner.

Locandina Corso ACA Giugno 2020

Oltre al Coordinamento Provinciale presente con gli Animatori Culturali Ambientali già iscritti all’Albo Nazionale, hanno contribuito alla buona riuscita delle attività di formazione e alla realizzazione dei Laboratori alcuni  attivisti di Legambiente e volontari dell’Associazione Mo’menti e sono stati valutati gli inviti pervenuti dalla LIPU e dall’A.S.D. Radici dei Butteri Picentini.

Costante la Presenza del Dott. Francesco Iuliano e di Lisa Auletta dell’UOSM di  Pontecagnano che ci hanno dato l’opportunità di avviare questo Gruppo che ha come Slogan “Passo e Parola” ad indicazione del Cammino che stiamo svolgendo insieme, CTG e UOSM, per la riqualificazione e il riconoscimento delle competenze di chi è momentaneamente escluso da opportunità sociali e lavorative e di Raffaella e Paolo che hanno curato l’ascolto e la valutazione del BenEssere dei partecipanti.

Nel mese di Luglio il Gruppo ha continuato ad effettuare incontri nei giorni stabiliti (lunedì e giovedì) per socializzare le attività di ricerca sui Beni Comuni che il territorio (Pontecagnano e Monti Picentini) offre agli ospiti che vengono a visitarlo e per sistematizzare le attività da svolgere già nei prossimi mesi.

Giovedì 16 giugno c’è stato un significativo ed emozionante evento di presentazione al pubblico dei lavori dei partecipanti, con la consegna degli attestati di partecipazione al Corso e dei gadget preparati dagli organizzatori CTG e dalla Recovery UOSM.

 

 

Giò Madonnari – Istituto Linuiti Giffoni Vallepiana

Il tradizionale appuntamento del Centro Turistico Giovanile, Giò Madonnari, ha raccolto tra le partecipazioni all’iniziativa anche quella dell’Istituto Linguiti di Giffoni Vallepiana, che con i ragazzi ha prodotto una serie di disegni sul tema dell’anno, dedicato ad uno dei più importanti giornalisti, poeti e scrittori per ragazzi, Gianni Rodari. Della relazione con i docenti e con gli studenti si interessa Deborah Plaitano, che ha dedicato particolare impegno nel 2020 al Progetto Ambiente in rete con diverse associazioni e alla tematica “Acqua bene da conservare e gestire” sostenuta da ATO e BIMED. “100ANNIRODARI” è la tematica che ha sollecitato i ragazzi a disegnare un soggetto che ricordasse uno dei suoi svariati lavori. Il mese di Maggio è stato definito come tempo necessario per studiare, trovare l’idea da rappresentare e realizzarla su foglio di carta per poi inviarla via mail al Centro Nazionale.

L’istituto Linguiti ha selezionato testi di Rodari sulla tutela dell’ambiente e in particolare sulla risorsa acqua.

DOCUMENTAZIONE

Il gruppo CTG Agape Aps di Bracigliano, ha pensato inoltre di collegare via conferenza (come spesso si è usato nei mesi scorsi) tutti i ragazzi partecipanti per seguirli passo per passo nella realizzazione dei propri manufatti.
Il successo della manifestazione è stato decretato anche dalla partecipazione di ragazzini che risiedono in zone diverse del territorio e ha avuto come partner l’AGE (Associazione genitori. A tirare le somme di questa inedita esperienza il gruppo Provinciale, con la sua Presidente e Consigliera nazionale Prof. Adele Cavallo, da sempre vicina alle esigenze dei Gruppi del CTG, che con dedizione e passione accompagna ormai da anni al raggiungimento di obiettivi di realizzazione e diffusione di attività invidiabili!

La valorizzazione territoriale e le visite guidate “Visitiamo la città”

Continuiamo con la pubblicazione di contributi tratti dalle guide realizzate dal Comune di Salerno, Assessorato al Turismo, nell’ambito dell’iniziativa “Visitiamo la città“.

Nella guida del 2003/2004 troviamo materiale anomimo

  1. La Terra-madre dell’argilla: RUFOLI
  2. Le Fornaci a fascine: un rito millenario
  3. Il Museo città creativa di Rufoli
  4. Il Coccio-pesto di Rufoli

Pubblichiamo il primo in cui si mette in evidenza che, pur essendo largamente riconosciuta la tradizione ceramica di Vietri, pochi conoscono “la collina argillosa la cui attività di estrazione e lavorazione del cotto precede di millenni quella vietrese” 

Contributo integrale

 

La valorizzazione territoriale e le visite guidate “Visitiamo la città”

Il Comune di Salerno, Assessorato al Turismo, ha promosso da molti anni l’iniziativa “Visitiamo la città”. Il ciclo annuale di visite guidate aveva inizio nel mese di maggio e si prolungava fino al mese di febbraio. La pausa di marzo e aprile era dedicata alla programmazione con incontri presso il Comune e raccolta di materiali da pubblicare in una guida da distribuire ai tanti visitatori.

Nella guida del 2004/2005 c’è un contributo della Dott.ssa Maria Antonietta Iannelli dal titolo “Reperti arcaici a Rufoli” che offre un ulteriore spunto di riflessione al nostro gruppo di studio nell’ambito del Progetto CLIC.

Contributo integrale

 

La Dott.ssa Iannelli ci racconta:

“La nascita delle tegole per copertura, piane e curve (coppi), si perde nella notte dei tempi. Di forma essenziale, costituita da due superfici piane, con ali aggettanti sui lati lunghi, la tegola ha modificato poco della sua morfologia, non avendo il tempo messo in discussione i suoi principi di funzionalità”.

Lo spunto di particolare interesse per il nostro lavoro è l’aver messo in evidenza che, essendo necessaria la perfezione del prodotto ai fini della corretta copertura di case, aie e templi, nulla veniva considerato rifiuto di fabbricazione in quanto i cotti imperfetti (o anche quelli consumati dall’usura del tempo) venivano riutilizzati nei fondi agricoli per il drenaggio dell’acqua. Proprio la presenza di abbondante acqua, unita all’argilla delle cave, da un lato consentiva la produzione di laterizi di vario genere, ma contemporaneamente costituiva un pericolo ristagnando alla base della vegetazione. Proprio per drenare l’acqua e proteggere le radici delle piante venivano utilizzati dunque gli scarti di lavorazione. Ancora oggi probabilmente sarebbe possibile ritrovare gli antichi manufatti in qualche fondo che ha conservato intatto il suo terreno.

La Dott.ssa Iannelli si sofferma poi in modo particolareggiato su tecniche e metodi che consentono un buon drenaggio dell’acqua con l’utilizzo di tegole di risulta e di spezzoni di mattonelle ed afferma “Nulla veniva buttato in una economia che vedeva artigiani e contadini vivere specularmente”.

Frammenti e spezzoni di tegole provenienti da una fornace per la cottura delle tegole sono conservati presso la realtà museale locale (Museo Città Creativa).

Nu poc ‘e musica

Salve a tutti, sono Francesca Barra del gruppo CTG SAN MATTEO e curo la rubrica su un particolare genere musicale che non sempre piace a chi lo ascolta, ma va analizzato in modo più attento perchè mette in luce molti aspetti della nostra società che a volte ci sfuggono!

Parlo del Genere  neo melodico ed oggi di un artista  molto conosciuto a Salerno……chi e???

Lui è il rapper neomelodico-italiano Rocco Hunt, e sì proprio lui…..

Rocco nasce a Salerno il 21 novembre del 1994; il vero nome è Rocco Pagliarulo e anche se ha appena 24 anni già vanta all’attivo la vincita nella sezione nuove proposte del Festival di San Remo dove si è piazzato al primo posto con la canzone  Nu juorno buono.

Altri brani da lui interpretati sono L’ammore overo del 2013, Tutto resta del 2014, ‘O posto mio del 2015, Wake up del 2016.

Tra i successi di Rocco troviamo la sua  famosissima canzone del 2019, tratta dall’album Libertà, Ti volevo dedicare. L’album del 2019 è un misto tra brani in italiano e brani in napoletano; nello stesso album troviamo Stu core T’appartien,  Nisciun’. Nello stesso anno è uscito un secondo album Benvenuti in Italy, con l’omonimo brano.

 

Ascolta il brano Ti volevo dedicare

Le riprese sono nel Centro storico di Salerno

Giò Madonnari 2020 – CTG A.G.A.Pe

Anche quest’anno, nonostante gli eventi che hanno visto la chiusura totale delle attività per oltre due mesi, il CTG Nazionale è riuscito a trovare una soluzione per organizzare la realizzazione della Festa Gio’ Madonnari.

Il tema dell’anno era dedicato ad uno dei più importanti filosofi , giornalisti, poeti e scrittori per ragazzi: Gianni Rodari. “100ANNIRODARI” è la tematica che ha sollecitato i ragazzi partecipanti a disegnare un soggetto che ricordasse uno dei suoi svariati lavori.
Il gruppo CTG A.G.A.Pe Aps di Bracigliano ha pensato di collegare via conferenza (come spesso si è usato nei mesi scorsi) tutti i ragazzi partecipanti per seguire loro passo passo nella realizzazione dei propri manufatti.
I commenti minuto per minuto, le idee sgorgate dalle fervide immaginazioni dei partecipanti e le storie della loro esperienza con le fiabe di Rodari, hanno “colorato” quasi un’ora e mezza di collegamento. Di grande impatto il significato della immaginazione trasposta su foglio, interessante anche la reale condivisione con gli altri partecipanti. Un po’ come trovarsi gomito a gomito in una piazza fisica delle nostre città per fare i disegni a terra. Il successo della manifestazione è stato decretato anche dalla partecipazione di ragazzini che abitano in zone oltre il territorio di Bracigliano, sede legale del nostro Gruppo A.G.A.Pe.
I ragazzi sono ormai abituati ad utilizzare, dovendo studiare da remoto, le tecnologie digitali e cosi l’iniziativa di Gio’ Madonnari online (attraverso la piattaforma Jitsi Meet) ha avuto oltre al plauso dei piccoli partecipanti, anche quello dei genitori entusiasti dell’iniziativa. Alcuni di loro hanno lanciato l’idea di ripetere l’esperienza in futuro con ragazzi di altre città e regioni italiane. Facile la mediazione degli operatori (Aida Palmieri ed Oreste Fortunato del Consiglio Direttivo) che hanno seguito con passione ed energia dal vivo tutte le fasi del collegamento, trasmettendo foto di edizioni passate, canzoni che rallegravano il tempo impegnato nel disegnare e lettura di testi e racconti di Gianni Rodari. A tirare le somme di questa inedita esperienza il gruppo Provinciale, con la sua Presidente e Consigliera nazionale Prof. Adele Cavallo da sempre vicina ad A.G.A.Pe, tra le prime realtà del CTG Campano essendo stata costituita quasi venti anni fa.

Manifesto e volantino GIO MADONNARI 2020 Agape e Age

Immagini evento on line Piazza CTG GIOMADONNARI 2020

Rufoli e la Rotta meridionale dei traffici Nocera-Reggio Calabria

Per aggiungere un ulteriore tassello all’analisi del Territorio di Rufoli- Ogliara nell’ambito del Progetto CLIC abbiamo ricevuto dall’architetto Guglielmo Avallone l’Introduzione alla sua Tesi di Laurea Magistrale In Architettura, discussa al Dipartimento di Architettura di Napoli nel Luglio 2017 – Relatori i proff. Roberto Serino, Maria Cerreta.

Il testo evidenzia  come “La lavorazione del cotto a Rufoli di Ogliara si è resa possibile grazie ad una situazione favorevole, al concorso di fattori naturali e antropici in una formula ben compiuta di Storia e Geografia. Da un lato le fornaci: “romane” (secondo la classificazione tipologica offerta dagli studi archeologici di N. Cuomo di Caprio), riferibili già al periodo tardo medioevale (secondo le citate fonti d’archivio locale); esse si trovano disposte tutte lungo il colmo della stessa piega orografica per la disponibilità della materia prima, ma anche, ricostruendo i tragitti segnati dalla Tabula Peutingeriana, per la vicinanza alla Via Annia-Popilia, la rotta meridionale dei traffici dell’Impero romano che da Capua, passando per Nocera, raggiungeva Reggio Calabria.
Dall’altro la valle del Rio Grancano: anfiteatro orografico di natura argillosa solcato da torrenti montani che favorisce la particolare ventilazione da nordovest del cosiddetto “Napolitano” (come ricorda M.A. Iannelli), scenario plasmato contemporaneamente ed in diverse forme da speciali ‘fenomeni di antropizzazione’ quali, ad esempio, il Museo della Città Creativa, l‘incessante flusso autostradale della Salerno-Reggio Calabria, l’antica coltivazione della cava di argilla, le tradizionali colture vitivinicole, pastorali e, appunto, la lavorazione del cotto, oggi perorata esclusivamente dalle aziende della famiglia De Martino.”      

Link Guglielmo Avallone – Paesaggio e Produzione_Introduzione

Progetto CLIC: salvaguardiamo i Beni Comuni materiali e immateriali!

Il progetto CLIC (Circular models Leveraging Investments in Cultural heritage adaptive reuse), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, ha lo scopo di sviluppare, sperimentare, validare e condividere modelli innovativi di business, finanziamento e governance per il riuso adattivo del patrimonio culturale, come strategia per l’applicazione del modello di economia circolare nella città e nel territorio. L’azione, che vede coinvolta una consistente e qualificata compagine internazionale, ha avuto inizio con incontri (Heritage Innovation Partnerships) nelle sedi istituzionali salernitane nel corso dei quali si è avuta una notevole partecipazione di stakeholder locali che, dopo aver ascoltato le testimonianze di Buone pratiche nazionali ed internazionali, hanno potuto sperimentate anche nuove modalità di lavoro di gruppo e di progettazione partecipata. Accogliendo la richiesta di alcuni stakeholder locali, formulata nel corso delle HIP, il CNR-IRISS, capofila del progetto realizzato in partenariato con il Comune di Salerno, ha promosso l’attivazione di un Laboratorio permanente di collaborazione – HIPs Stakeholders’ Permanent Lab – per stimolare una partecipazione assidua dei soggetti interessati con lo scopo di raccogliere, analizzare e condividere le proposte di azione da parte dei soggetti che aspirano ad assumere un ruolo attivo nella conservazione, valorizzazione e riuso del patrimonio culturale della città. Tali proposte andranno a definire il Piano di Azione Locale per il riuso del patrimonio culturale a Salerno, che verrà sottoposto al vaglio dell’Amministrazione comunale. 

Un particolare contributo all’analisi del territorio è stato dato dall’architetto Carlo Cuomo del quale oggi condivido un testo, tratto dal Catalogo Cer(ami)cando, pubblicato in occasione della mostra di “graffi, tagli e protuberanze” di Riccardo Dalisi (lavori realizzati tra il 1995 e il 2000 – alcuni dei quali realizzati a Rufoli) ed esposti dal 17 aprile al 30 maggio 2005 a Casale dei Monaci – Comune di Ciampino.

“Sisina” – Carlo Cuomo (2005)

Ho potuto assistere e documentare, alla fine degli anni ’70, alla chiusura dell’ultima fornace a Rufoli di Salerno: la fornace Ventura. Le fornaci per la cottura a fascine di mattonelle in cotto si erano mantenute numerose ed attive per secoli sulle colline salernitane, concentrate a Rufoli.

Nonostante scritti e documentazioni presentate su giornali locali e riviste di architettura, denunce e grida di aiuto lanciate attraverso convegni, anche l’ultima fornace si era spenta.

Poi, dopo un lungo periodo di silenzio, la famiglia De Martino che si occupava a Rufoli esclusivamente della lavorazione e vendita di argilla, incominciò alla fine del 1978 a produrre lentamente mattonelle cotte in forni a fascina riaprendo la fornace Della Rocca chiusa però dopo quasi due anni perché danneggiata dal terremoto del 1980. A dicembre dello stesso anno restaura e riapre la fornace “pantano”, e con l’impulso e la guida dell’economista/animatore Pasquale Persico acquista e restaura una seconda fornace: la vecchia fornace Ventura.

Oggi Rufoli ha anche un piccolo museo sperimentale ed il laboratorio della fornace De Martino è meta di artisti, designers ed architetti famosi.

Quando ho ricominciato a frequentare le fornaci ho notato che una nuova anima alimentava i luoghi. Quando documentavo la lavorazione negli anni ’70 avevo anche ben documentato l’aspetto rituale del lavoro e del momento sacro della cottura. Solo uomini, con compiti e posizioni relative ben precise nello spazio della cottura: dall’anziano al bambino, al santo nell’edicola votiva. Alle donne il compito di formare le mattonelle e di portare all’ora del pranzo il cibo in ceste di vimini coperto con panni caldi. Sisina aveva lavorato fin da piccola nella fornace “pantano” a formare mattonelle e poi con il marito Carmine a lavorare e vendere l’argilla. Questa frequentazione, da sempre, dei luoghi di lavoro aveva salvato nei suoi sguardi i gesti e le antiche tecniche che ora venivano suggerite ai figli imprenditori. Sisina consulente dell’azienda a dirigere e a correggere i gesti dei nuovi operai, a mostrare la destrezza del gesto, a scegliere l’argilla buona selezionandola dal colore e dall’odore. Fuori dallo spazio rituale, ma non esclusa.
Presente al momento del pranzo, a fianco della fornace accesa.

#distantimavicini SERRAMEZZANA Un borgo nel Cilento di Mina Felici

Negli anni durante i quali ho svolto il ruolo di funzionario storico dell’arte nella Soprintendenza di Salerno ed Avellino, ho girato il territorio del Vallo di Diano e del Cilento, zone a me assegnate, al fine di svolgere sopralluoghi e controllare lo stato di fatto di lavori o progetti presentati per l’approvazione. Con la macchinetta fotografica o con il telefono, ho ripreso delle vedute che oggi mi ritrovo sul PC o sui numerosi dischi di salvataggio dati che hanno assicurato un mantenimento della memoria di tanto lavoro svolto. Tra i miei ricordi c’è quello di questa Cappella Cimiteriale e del Cimitero di Serramezzana, luogo collinare proprio alle spalle del mare di Agnone e della zona da tanti di noi preferita per trascorrere le vacanze. Gli stranieri, che hanno un concetto diverso del turismo, percorrono le impervie vie delle montagne e delle valli che portano ai centri marini, e lo fanno essenzialmente in bicicletta o a piedi. Oggi, in quanto socia del CTG e Presidente pro tempore del Gruppo Picentia di Salerno, trovo l’attualità del tema del camminare, del guardare, del muoversi oltre le mete usuali ed oltre i metodi del trasporto individuale o pubblico. Vi ripropongo dunque qualcuno dei miei magici siti, sperando che presto possiamo tornare a visitarli assieme, gustandone appieno, anche a livello olfattivo e degustativo: perché c’è tanto da scoprire. Le immagini sono datate e non conosco lo stato attuale dei luoghi; magari potrete voi lettori segnalare novità o altro.

Partiamo da Serramezzana: qui ero andata con la collega architetta, per verificare lo stato di conservazione delle pitture murali e le prescrizioni da adottare affinché la luce del sole non scolorisse i pigmenti cancellando ogni traccia residua.

Buona visione