Progetto CLIC. Azione su Rufoli – Ogliara: riunione on line

Il 29 aprile 2020 si è tenuta una riunione online tra diversi soggetti interessati all’azione CLIC per la valorizzazione della zona Rufoli-Ogliara da inserire nel PAL (Piano di Azione Locale) di Salerno. Dopo alcuni incontri in presenza e vari contatti telefonici interpersonali, è stato necessario un incontro collettivo per elaborare proposte e metodo di avanzamento condivisi tra tutti i partecipanti.

Anche per le azioni da avviare, naturalmente, non è possibile prescindere dall’emergenza COVID in quanto anche per il prossimo futuro si prevedono misure restrittive, soprattutto per il turismo e per gli eventi. Tutta la progettualità pertanto deve essere rivista e adattata alle misure dettate dal ministero.

Ce ne parla Serena Micheletti, Research fellow Institute of Research on Innovation and Services for Development (IRISS) Italian National Research Council (CNR).   Link alla Relazione

La proposta di Daniele De Martino per CLIC

All’articolo introduttivo di Giancarlo Cavallo, che ha visto nascere il Progetto CLIC da un osservatorio privilegiato qual’è l’Ufficio Risorse Comunitarie del Comune di Salerno, oggi aggiungiamo le riflessioni pervenute da Daniele De Martino, che fa parte della nuova generazione impegnata nelle gestione delle omonime Fornaci, conosciute in tutto il mondo per la qualità e la originalità dei prodotti artigianali che realizza. 

Questo ci consentirà, nonostante il momento che stiamo attraversando a causa dell’emergenza sanitaria, che non ci consente di continuare i nostri incontri in presenza, di continuare il percorso di riflessione e di confronto che stiamo mettendo in campo in riferimento al Progetto CLIC per la zona di Rufoli.

Il territorio

Rufoli è un borgo medievale adagiato sulla collina che da sudest si affaccia sul golfo di Salerno. Il declivio della valle si rigenera sul rito continuo del cavatore d’argilla. L’occhio umano non si rende conto di questo gioco millenario di vuoti e pieni che si saldano in un’unica dolce linea degradante a semicerchio nella valle. Le fornaci cui è destinata l’argilla sono disposte a semicerchio ad accogliere il vento napolitano che dal mare s’incanala nella vallata e sale verso la collina alimentando il fuoco e favorendo l’essiccazione delle mattonelle di creta. Sono testimonianza viva di un passato millenario di mastri de’cotto che con un sapere semplice, gesti sapienti, rituali quasi magici, trasformano qualcosa di infinitamente povero, come la terra, in manufatti eterni, di grande pregio. E’ difficile dire dove nasca l’interesse, la passione che anima le tante persone che hanno visitato questi posti e li portano nel cuore. Gli spunti sono molti: la natura, lo scorrere lento dei rituali, il vento che trasforma, la magia del fuoco, l’emozione, la frenesia, a volte la paura del creativo che può spaziare nelle infinite possibilità di una materia informe che aspetta delle idee per trasformarsi in una realtà. E’ come se qui il tempo frenetico degli uomini si fosse fermato, avesse cessato di esistere, lasciando il passo al corso della natura che, con le sue leggi scandisce le fasi e la storia dell’antica arte della lavorazione dell’argilla. La grigia argilla dopo essere stata modellata con le mani dalla mente dell’uomo, ha bisogno del giusto riposo in un luogo asciutto per tendere i nervi prima di essere cotta; un tempo che mai si forza.

La storia

Il borgo di Rufoli nasce probabilmente intorno all’anno mille, come tutte le cose da un incrocio di ingegno, esigenze, opportunità. L’opportunità di avere argilla di ottima qualità già conosciuta dai vasai greci di Paestum; l’esigenza di reperire materiale da costruzione per un territorio nel pieno dello sviluppo; l’ingegno dell’uomo medievale con il suo sguardo critico e pratico sulla realtà. Da lì, Rufoli e i fornaciari sono sempre stati un esempio di come leggere il mondo e modificarsi per rispondere ai cambiamenti: in principio erano produttori di mattoni, mattonelle, coppi e tegole specifiche per la costruzione e fornitori di argilla come semilavorato per i tornitori; successivamente lavoratori conto terzi per le ceramiche napoletane prima e vietresi poi; infine, in seguito ai profondi mutamenti della rivoluzione industriale, percepiscono il valore senza tempo della lavorazione artigianale delle mattonelle trasformandole in un materiale di grande pregio. In un certo senso hanno fatto propria la duttilità dell’elemento che lavorano facendo propria l’esperienza di modificarsi nelle mani del tempo.

La sfida culturale

Il Progetto CLIC si propone di applicare i principi dell’economia circolare al riuso adattivo del patrimonio culturale con l’obiettivo di uno sviluppo territoriale, sociale, culturale sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico. Il team del progetto, insieme al Comune di Salerno e ai vari soggetti e associazioni interessati alla valorizzazione del patrimonio culturale in disuso o in sottoutilizzo, ha proposto Rufoli come territorio oggetto di una valutazione di un possibile progetto di riuso adattivo. Osservando il borgo di Rufoli si leggono diversi punti di interesse culturale e paesaggistico che potrebbero necessitare di un recupero riadattivo completo o parziale, come la Chiesa Medievale di San Martino, le Cave del Mandrizzo e naturalmente le fornaci e il Museo della Città Creativa. Avendo consapevolezza di ciò che abbiamo sul territorio come patrimonio fisico e culturale la domanda a cui bisogna dare una risposta è: cosa farne e come svilupparlo?.

Il rischio è quello che ci indica l’artista Lello Esposito nel suo “Identità e Metamorfosi”: Pulcinella trascina con se tutto il retaggio di ciò che è stato, di ciò che ha vissuto, come un peso. Lo sforzo da realizzare è che il passato diventi trampolino per gettarsi in una visione nuova, un modo contemporaneo di osservare, interpretare e riscrivere la realtà. L’Artista aveva fornito al luogo (Rufoli) due concetti per la futura metamorfosi e questi concetti erano divenuti anche opere , gesto fondante del futuro Museo Città Creativa. La Montagna delle Forme e il Pavimento Sonoro, le due opere occupavano lo spazio non ancora ristrutturato del museo. La prima cresceva per effetto dello scarico degli scarti di taglio fatto a mano delle mattonelle di cotto. Questa attività del tagliatore per l’Artista era creativa di forme uniche irripetibili; gli studiosi del marketing l’avrebbero battezzata banca dati delle idee. Più le idee crescevano e più la Montagna cresceva mettendo in crisi gli uomini ed il Comune per il Museo città Creativa che non aveva più paura dei furti. L’attività concettuale degli uomini che si esprime come capacità di creare forme di comunicazione veniva anticipata dall’attività produttiva dell’impresa che come residuo produceva forme(idee). Il Comune vedeva crescere la Montagna delle Idee nel proprio museo e si sentiva in ritardo nel progettare i nuovi spazi. Non restava che liberarsi della montagna.

La montagna delle idee

Ugo Marano sosteneva che le fornaci, come residuo della loro lavorazione, producevano idee, forme nuove ed irripetibili. Questo è il vero patrimonio da rimettere in circolo, da utilizzare come chiave di lettura, come sfondo: la spinta continua, costante e ininterrotta delle fornaci le quali impongono di pensare costantemente al nuovo, a qualcosa di diverso. Allora perché non utilizzare lo stimolo che proviene da questo posto come motore per una ricerca costante sul modo di pensare alle città contemporanee, agli spazi comuni e a quelli privati, al nuovo modo con cui l’uomo si rapporta alla natura che lo circonda?L’era del digitale, dell’intelligenza artificiale, dell’interconnessione globale ha modificato profondamente il nostro modo di vivere. C’è da aspettarsi che cambi profondamente anche il modo di abitare, di progettare e quindi di realizzare i luoghi in cui viviamo. Rufoli e le fornaci si propongono come luogo di sperimentazione, di confronto, di ricerca su questi temi, dove il Museo della Città Creativa funga da naturale raccolta e rappresentazione di tutto quello che si sviluppa da questo lavoro. La platea da prendere in considerazione non può che essere di carattere internazionale, multidisciplinare. Fare di Rufoli un luogo destinato alla sperimentazione, alla ricerca, alla produzione artistica, alla divulgazione sui temi della Città nuova, dell’ambiente, dell’abitare contemporaneo, avendo come sfondo l’esperienza delle fornaci che spinge continuamente a nuove riflessioni.

Bibliografia:
– Vento Napolitano – Maria Antonietta Iannelli,
– Costozero – Raffaella Venerando
– La Montagna delle forme e la sperimentazione – Pasquale Persico

Economia circolare e Progetto CLIC

Buongiorno a tutti voi.

Sono Giancarlo Cavallo, socio da alcuni anni del CTG PICENTIA di Salerno.

In questo periodo di gravissima crisi ambientale ed economica una delle possibili soluzioni è data dall’economia circolare, ossia un’economia che azzera gli sprechi e riutilizza tutti i materiali biologici e tecnici, ottenendo in tal modo la migliore sostenibilità sia per l’ambiente che per il ciclo economico.

L’Ufficio Risorse Comunitarie del Comune di Salerno, dove ho lavorato per molti anni si è posto la domanda: questa soluzione è applicabile anche nel campo dei beni culturali materiali e immateriali?

Questo è quello che si propone di verificare il progetto CLIC (Circular models Leveraging Investments in Cultural heritage adaptive reuse,) finanziato dal programma europeo Horizon 2020, a cui partecipano i 15 partners (capofila CNR IRISS di Napoli, Università di Eindhoven, Londra, Nova Gorica, Portsmouth, Uppsala, Varsavia, Vienna, ICHEC di Bruxelles, ICLEI di Bonn, la FacilityLive di Pavia, Västra Götalandsregionen in Svezia, e le città di Rijeka, Salerno e Amsterdam) e gli stakeholder (portatori di interesse) della città di Salernounica città italiana partner – per la promozione di una cultura di innovazione e imprenditorialità per il riuso adattivo del patrimonio culturale.

Per saperne di più puoi visitare il sito del ClicProject

Il progetto è iniziato a partire dal dicembre 2017 e ha la durata di tre anni.

A Salerno, organizzati dal CNR IRISS e dal Comune di Salerno, sono stati realizzati alcuni HIPs (Heritage Innovation Partnerships) con gli stakeholders (Enti, Associazioni, Fondazioni, Ordini professionali, ecc.) al fine definire una linea comune condivisa per l’elaborazione del PAL (Piano di Azione Locale) per il riuso del patrimonio culturale della città, nella prospettiva dell’economia circolare e del modello emergente di “città circolare”.

Il piano, che si sta costruendo grazie alla forte sinergia tra tutte le parti interessate – stakeholder, amministrazione pubblica e un’ampia e qualificata comunità scientifica internazionale – analizza e sistematizza lo stato dell’arte della città e degli attuali strumenti urbanistici vigenti, delle iniziative, dei piani e dei programmi intrapresi, focalizzando l’attenzione sulle possibili fonti di finanziamento e sulle nuove opportunità gestionali e i nuovi modelli di business circolari per il riuso del patrimonio culturale in abbandono e sottoutilizzo.

Una nuova e più intensa fase di ascolto e partecipazione è stata avviata dal mese di settembre 2019 con l’attivazione di un Laboratorio permanente di collaborazione – HIPs Stakeholders’ Permanent Lab – per stimolare alla riflessione più assidua tutti i soggetti interessati

Mappa Stakeholders tra i quali c’è CTG:   CLIC_Stakeholders_Salerno

Questo step consentirà di raccogliere, analizzare e condividere le proposte di azione da parte dei soggetti che aspirano ad assumere un ruolo attivo nella conservazione, valorizzazione e riuso del patrimonio culturale della città.  In tale ambito si sono già costituiti alcuni Gruppi di lavoro, uno dei quali ha come focus il territorio che, a partire dall’area archeologica di Fratte, si estende fino a Rufoli – Ogliara dove sono situati le antiche fornaci per la lavorazione dell’argilla e il Museo Città Creativa.