Camminata a Rufoli

Di nuovo insieme Gruppi CTG Coordinamento SALERNO con HUMUS, il CSV SODALIS, IL CENTRO STORICO, LIPU e MO’MENTI OdV.

Incontro al Museo Città Creativa e Camminata lungo la Via Rufoli per raggiungere l’unica Fornace ancora attiva di un territorio una volta dedito principalmente alla produzione di laterizi in cotto e all’agricoltura con la tipica coltivazione di uva Sancinella, il cui vitigno è stato oggi recuperato e sperimentato per la vinificazione.

Alla Fornace i De Martino hanno sapientemente illustrato la storia dell’azienda e descritto le fasi della lavorazione.

Poi il gruppo si è spostato al “Giardino dell’arte” del Polo della Ceramica, una ex scuola comunale nella quale ha sede l’associazione HUMUS, molto attiva nell’organizzazione di laboratori, eventi e concorsi per diffondere l’arte della manipolazione dell’argilla.

In una serie di incontri svoltisi nei mesi di luglio e agosto i volontari e i residenti della zona collinare si sono adoperati per progettare l’orto, la siepe di erbe aromatiche e l’angolo delle succulente.

Alcuni artisti salernitani hanno voluto lasciare un segno di riconoscimento all’opera di Ri-generazione con opere in ceramica che sono state esposte nel Giardino. All’interno della sede esposti anche alcuni lavori di scuole e associazioni che hanno partecipato al Concorso “Piccoli e grandi artisti della Ceramica”, che HUMUS organizza da un ventennio e che da quest’anno ha visto il coinvolgimento organizzativo anche del CTG.

La serata, complice il tempo clemente, nonostante le previsioni avverse, ha avuto un momento di conclusione conviviale, alla luce delle lanterne, del fuoco acceso nel barbecue e di un primo quarto di luna (rosso!) che hanno sottolineato la denominazione di “Via del fuoco” attribuita all’antica strada che segue il tracciato dell’antica Annia Popilia, la via romana verso la Calabria, come ci ha raccontato il nostro ACA CTG Oreste Fortunato, leggendo il testo sapientemente preparato dal socio CTG architetto Guglielmo Avallone, impegnato per lavoro a Malta.

La Presidente di HUMUS Lauretta Laureti nel saluto ai Volontari e agli ospiti, oltre a ringraziare gli sponsor Delfino, Sapori d’altri tempi e Pasticceria Bassano e i supporter Blue Angel’s, ha voluto porgere un ringraziamento particolare all’amministrazione comunale di Salerno che ha sempre risposto con sollecitudine ai nostri appelli per la pulizia della zona e a tutte le esigenze burocratiche connesse all’organizzazione dell’evento.

“Insieme possiamo ricominciare ed insieme possiamo andare ancora lontano per portare avanti i valori in cui crediamo” come ci ha ricordato Mina Felici, altra pietra miliare del nostro Coordinamento!

Progetto CLIC: salvaguardiamo i Beni Comuni materiali e immateriali!

Il progetto CLIC (Circular models Leveraging Investments in Cultural heritage adaptive reuse), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, ha lo scopo di sviluppare, sperimentare, validare e condividere modelli innovativi di business, finanziamento e governance per il riuso adattivo del patrimonio culturale, come strategia per l’applicazione del modello di economia circolare nella città e nel territorio. L’azione, che vede coinvolta una consistente e qualificata compagine internazionale, ha avuto inizio con incontri (Heritage Innovation Partnerships) nelle sedi istituzionali salernitane nel corso dei quali si è avuta una notevole partecipazione di stakeholder locali che, dopo aver ascoltato le testimonianze di Buone pratiche nazionali ed internazionali, hanno potuto sperimentate anche nuove modalità di lavoro di gruppo e di progettazione partecipata. Accogliendo la richiesta di alcuni stakeholder locali, formulata nel corso delle HIP, il CNR-IRISS, capofila del progetto realizzato in partenariato con il Comune di Salerno, ha promosso l’attivazione di un Laboratorio permanente di collaborazione – HIPs Stakeholders’ Permanent Lab – per stimolare una partecipazione assidua dei soggetti interessati con lo scopo di raccogliere, analizzare e condividere le proposte di azione da parte dei soggetti che aspirano ad assumere un ruolo attivo nella conservazione, valorizzazione e riuso del patrimonio culturale della città. Tali proposte andranno a definire il Piano di Azione Locale per il riuso del patrimonio culturale a Salerno, che verrà sottoposto al vaglio dell’Amministrazione comunale. 

Un particolare contributo all’analisi del territorio è stato dato dall’architetto Carlo Cuomo del quale oggi condivido un testo, tratto dal Catalogo Cer(ami)cando, pubblicato in occasione della mostra di “graffi, tagli e protuberanze” di Riccardo Dalisi (lavori realizzati tra il 1995 e il 2000 – alcuni dei quali realizzati a Rufoli) ed esposti dal 17 aprile al 30 maggio 2005 a Casale dei Monaci – Comune di Ciampino.

“Sisina” – Carlo Cuomo (2005)

Ho potuto assistere e documentare, alla fine degli anni ’70, alla chiusura dell’ultima fornace a Rufoli di Salerno: la fornace Ventura. Le fornaci per la cottura a fascine di mattonelle in cotto si erano mantenute numerose ed attive per secoli sulle colline salernitane, concentrate a Rufoli.

Nonostante scritti e documentazioni presentate su giornali locali e riviste di architettura, denunce e grida di aiuto lanciate attraverso convegni, anche l’ultima fornace si era spenta.

Poi, dopo un lungo periodo di silenzio, la famiglia De Martino che si occupava a Rufoli esclusivamente della lavorazione e vendita di argilla, incominciò alla fine del 1978 a produrre lentamente mattonelle cotte in forni a fascina riaprendo la fornace Della Rocca chiusa però dopo quasi due anni perché danneggiata dal terremoto del 1980. A dicembre dello stesso anno restaura e riapre la fornace “pantano”, e con l’impulso e la guida dell’economista/animatore Pasquale Persico acquista e restaura una seconda fornace: la vecchia fornace Ventura.

Oggi Rufoli ha anche un piccolo museo sperimentale ed il laboratorio della fornace De Martino è meta di artisti, designers ed architetti famosi.

Quando ho ricominciato a frequentare le fornaci ho notato che una nuova anima alimentava i luoghi. Quando documentavo la lavorazione negli anni ’70 avevo anche ben documentato l’aspetto rituale del lavoro e del momento sacro della cottura. Solo uomini, con compiti e posizioni relative ben precise nello spazio della cottura: dall’anziano al bambino, al santo nell’edicola votiva. Alle donne il compito di formare le mattonelle e di portare all’ora del pranzo il cibo in ceste di vimini coperto con panni caldi. Sisina aveva lavorato fin da piccola nella fornace “pantano” a formare mattonelle e poi con il marito Carmine a lavorare e vendere l’argilla. Questa frequentazione, da sempre, dei luoghi di lavoro aveva salvato nei suoi sguardi i gesti e le antiche tecniche che ora venivano suggerite ai figli imprenditori. Sisina consulente dell’azienda a dirigere e a correggere i gesti dei nuovi operai, a mostrare la destrezza del gesto, a scegliere l’argilla buona selezionandola dal colore e dall’odore. Fuori dallo spazio rituale, ma non esclusa.
Presente al momento del pranzo, a fianco della fornace accesa.